Caso clinico: cefalea miotensiva cervicogena

Ott 18, 2022 | Chinesiologia, Osteopatia

Donna 54 anni, impiegata, attiva dal punto di vista motorio (ciclismo, escursionismo, pilates). Da qualche anno soffre di cefalea mio-tensiva a carattere cervicogeno. Il dolore si presenta 2/4 volte al mese, è diffuso   specialmente sulla regione della nuca e fronte-tempie. Raramente è localizzato dietro all’occhio. Gli attacchi di cefalea possono durare 1-2 giorni. Durante gli episodi cefalgici necessita di buio e riposo, talvolta ha nausea. Si sottopone a terapia farmacologica per il controllo del dolore, quando diventa limitativo delle attività quotidiane.

La cefalea è un disturbo doloroso ricorrente e soventemente cronico, molto diffuso nella popolazione generale. È la più comune esperienza dolorifica anche nei bambini; una delle patologie più frequenti nell’infanzia e nell’adolescenza. Più del 50% della popolazione soffre di cefalea e il 15% di emicrania.

Caratteristiche della patologia:

La cefalea miotensiva può essere:

  • più o meno intensa e limitante le attività quotidiane
  • ha localizzazione diffusa sulla calotta cranica, con un percorso occipito-frontale (da dietro in avanti)
  • può essere accompagnata da fastidio alla luce o al suono,  dalla necessità di sonno o di ambiente buio, da nausea e/o vomito
  • Si presenta da 2/4 volte al mese fino 2/3 volte a settimana, e può durare qualche ora fino 2/3 giorni
  • Talvolta associato a bruxismo o serramento dentale

Fattori scatenanti e fattori di rischio:

  • Stress-ansia
  • Freddo
  • Febbre-influenza
  • Tossi forti
  • Studio intensivo, specie se la postazione è scomoda e inadatta e se lo sforzo visivo al computer è intenso
  • Lavoro sedentario
  • Lavoro con sforzo fisico o con posture mantenute (es. parrucchiera, imbianchino..; si pensi alla posizione delle braccia sempre sollevate in sospensione)
  • Colpi di frusta, traumi cervicali
  • Alimentazione
  • Abuso si alcol
  • Parto
  • Oscillazioni ormonali (mestruazioni, ovulazione) e disturbi endocrini

Pato-fisiologia della cefalea miotensiva e della cefalea cervicogena

Dopo aver escluso cause di natura sistemica (problemi del sistema cardiocircolatorio, patologie del sistema nervoso, processi infiammatori cranici), si procede con l’ispezione delle strutture del collo e della testa.

  • Il fattore muscolare

La muscolatura del passaggio cranio cervicale e dell’area cervico scapolare, come anche l’articolazione temporo-mandibolare possono giocare un ruolo fondamentale nell’insorgenza del dolore. In taluni casi la tensione muscolare è così cronicizzata, che il muscolo diventa addirittura fibrotico, quindi meno elastico e fonte di limitazione del movimento cervico scapolare. L’aumento del tono muscolare oltre al dolore, può portare ad un’alterazione del deflusso venoso e provocare una sintomatologia da stasi, che si può manifestare come un’emicrania. L’aumento del tono muscolare oltre all’alterazione del flusso venoso e alle conseguenti problematiche (stanchezza, emicrania, appannamento di vista, calo della vista, disturbi infiammatori dei seni paranasali con congestione di mucose…) può comprimere i nervi cervicali e provocare una sintomatologia corrispondente nelle aree di competenza dei vari nervi compromessi.

  • Il fattore articolare

La cervicale è un tratto della colonna molto delicato e perciò soggetto sia allo sviluppo delle patologie del disco articolare vertebrale, sia a limitazioni di scorrimento delle superfici articolari l’una con l’altra. Restrizioni di movimento tra una vertebra e l’altra causate o da faccetta articolare o dal disco intervertebrale, fanno sì che si instauri un’alterata biomeccanica del tratto cervicale e perciò insorgenza di dolore, talvolta anche cefalico. Il cosiddetto “blocco in cervicale”, non è altro che questo. Con gli anni le restrizioni di movimento non fanno che peggiorare il quadro di deterioramento dei tessuti: fibrosi, artrosi, erniazione del disco vertebrale (ernia del disco), infiammazione locale, cattivo drenaggio venoso e linfatico, irritazione nervosa, sviluppo di trigger point, calcificazioni tendinee o muscolari ecc.

Trattamento

Essendo una patologia nella maggior parte dei casi benigna, osteopatia e chinesiologia (ginnastica posturale e rinforzo muscolare), costituiscono una terapia di elezione.

L’osteopatia con la grande varietà di approcci a sua disposione, può svolgere un ottimo lavoro di detensionamento muscolare e ripristinare con dolci manipolazioni l’articolarità vertebrale, ovvero il movimento fluido delle articolazioni della cervicale. La manipolazione dolce dà un ottimo impulso alla circolazione linfatica e sanguigna, per cui aiuta a ridurre l’infiammazione. Infiammazione tissutale ridotta, mobilità ripristinata e postura migliorata concorrono a ridurre o eliminare il dolore, anche se causato dalla compressione dei nervi cervicali.

Nel caso descritto, in sei sedute diluite nel tempo la cefalea è scomparsa, e così anche la qualità di vita della paziente è migliorata.

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